PROVINCIA DI NOTO
La provincia di Siracusa, successivamente provincia di Noto, fu la XX provincia del Regno delle Due Sicilie, istituita nel 1817. Dal 1837 il capoluogo passò alla città di Noto, per cui la provincia assunse la denominazione di provincia di Noto[1]. Costituiva la parte sud-orientale dell'antico Val di Noto[2].
La città di Siracusa si vide nuovamente capoluogo durante la rivoluzione siciliana del 1848, fino all'anno successivo. Il definitivo ritorno della sede governativa lo si ebbe solo durante il Regno d'Italia nel 1865 con la legge Lanza.
Storia
Istituzione della provincia
Fu istituita da Ferdinando I delle Due Sicilie con una legge varata l'11 ottobre 1817 che riformò la ripartizione territoriale del Regno delle Due Sicilie a seguito della fusione della corona napoletana con quella siciliana. Al momento della costituzione della provincia, il capoluogo fu stabilito a Siracusa.
Noto capoluogo
Dopo moti in Sicilia del 1837, con il real decreto del 23 agosto 1837, però, divenne capoluogo Noto[3]. Il cambio di sede e denominazione ebbe intento punitivo nei confronti di Siracusa[4]. Fu così trasferita l'autorità governativa statale e provinciale, mentre a Siracusa rimasero le principali cariche ecclesiastiche, commerciali e militari del territorio[5].
Durante la rivoluzione siciliana del 1848 la sede della provincia tornò ancora una volta a Siracusa fino al maggio 1849. Con la repressione dei moti rivoluzionari e il ritorno della monarchia borbonica, la sede fu spostata nuovamente a Noto.[6]
Con la conquista garibaldina del regno borbonico nel 1860, la provincia venne affidata il 18 giugno a un governatore nella persona di Nicolò Cusa, cui poi successero altri funzionari. Siracusa invece restò sottoposta ad occupazione militare borbonica fino a fine luglio e il governo dittatoriale trasferì provvisoriamente a Floridia uffici pubblici e tribunale[7].
Il ritorno a Siracusa
Fu infine la legge nº2248 del 20 marzo 1865 del Governo La Marmora II a decretare il ritorno del capoluogo a Siracusa, e a ridurre Noto a semplice sede di sottoprefettura.[8]
Suddivisione amministrativa
La provincia era suddivisa in successivi livelli amministrativi gerarchicamente dipendenti dal precedente. Al livello immediatamente successivo alla provincia individuiamo i distretti che, a loro volta, erano suddivisi in circondari. I circondari erano costituiti dai comuni, l'unità di base della struttura politico-amministrativa dello Stato moderno, ai quali potevano far capo i villaggi, centri a carattere prevalentemente rurale.
La provincia comprendeva tre distretti, suddivisi complessivamente in 21 circondari e 32 comuni.[9] istituiti nel 1812 con la Costituzione del Regno di Sicilia[10][11]:
Distretto | Circondari | Comuni | abitanti |
---|---|---|---|
Distretto di Noto | 6 | 8 | 51.397 |
Distretto di Siracusa | 7 | 13 | 69.818 |
Distretto di Modica | 7 | 11 | 116.599 |
Totale | 20 | 32 | 237.814 |
Appartenevano al distretto di Noto i circondari dei comuni di Noto, Pachino, Palazzolo, Ferla, Avola e Buccheri. Il distretto di Siracusa constava dei circondari di Siracusa, Floridia, Sortino, Lentini, Agosta (Augusta), Scordia e Melilli. Al distretto di Modica infine facevano capo i circondari di Modica, Ragusa, Scicli, Spaccaforno (Ispica), Vittoria, Comiso e Chiaramonte[12].
La popolazione nel 1844 risultava di 243.554 abitanti[12]; nel 1848 era aumentata a 250.870 abitanti[2]
La popolazione nel 1860 risultava di 253.656 abitanti, rispettivamente di 54.598 nel distretto di Noto, 123.214 in quello di Modica e 75.844 in quello di Siracusa. La città più popolata era Modica con 29.799 abitanti, seguita da Siracusa con 19.590[13].
Note
- ^ Salvatore Santuccio, Governare la città. Territorio, amministrazione e politica a Siracusa (1817-1865), Ed. Franco Angeli, Milano, 2010 , ISBN 9788856830828
- Dizionario corografico universale dell'Italia. Regno di Sicilia, p. 184.
- ^ Pompilio Petitti (a cura di), Repertorio amministrativo ossia collezione di leggi, decreti, reali rescritti ecc. sull'amministrazione civile del Regno delle Due Sicilie, vol. 1, Napoli, Stabilimento Migliaccio, 1851, pp. 4-5. ISBN non esistente
- ^ Dias, Quadro storico politico, p. 49, nota 1.
- ^ Chindemi, Siracusa dal 1826 al 1860, 1869, p. 316.
- ^ Cfr. (pp. 14-17) con ampia bibliografia: A. Granata, La voce della Nazione. Matteo Raeli in Parlamento (1861-1874), su www.academia.edu. URL consultato il 21 novembre 2015..
- ^ Raccolta degli atti del governo dittatoriale e prodittatoriale in Sicilia, Palermo, 1861, pagina 135
- ^ Art.4 della Legge Lanza. Augusto - Automazione Gazzetta Ufficiale Storica
- ^ Gabriello De Sanctis (a cura di), Dizionario statistico de' paesi del regno delle Due Sicilie, Napoli, 1840. ISBN non esistente
- ^ Costituzione del regno di Sicilia stabilita dal parlamento dell'anno 1812, Napoli, Stamperia De Marco, 1848, pp. 153-157. ISBN non esistente
- ^ Carta Amministrativa del Regno delle Due Sicilie, Foglio 22, Provincia di Noto (1859)[collegamento interrotto]
- Zuccagni-Orlandini, p. 553.
- ^ Raccolta degli atti del governo dittatoriale e prodittatoriale in Sicilia, Palermo, 1861, pagina 292.
Fonte: Wikipedia.