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I REGI LAGNI

 

I Regi Lagni erano un’ antica opera di bonifica idraulica,essenzialmente costituita da un reticolo di canali scavati nella terra per drenare le acque di un territorio spesso paludoso, esteso circa 100.000 ettari nel cuore produttivo delle province di Napoli e Caserta. Le opere di canalizzazione, avviate in epoca romana, videro un forte impegno per il riassetto idraulico durante il Viceregno spagnolo agli inizi del 1600. La bonifica aveva messo fine al problema secolare delle inondazioni del torrente Clanio nella “Campania Felix” e mitigato la malaria nell'entroterra. La fertile pianura a nord del capoluogo camapno traeva beneficio da quest’opera di ingegneria con attività  agricole e zootecniche uniche per pregio ed abbondanza. Oggi quest’ampia zona, a sud del fiume Volturno, è in gran parte antropizzata e densamente popolata. Per chi arriva da Roma con la linea ferroviaria ad alta velocità  il paesaggio rurale dei Regi Lagni appare all'altezza di Capua allorquando si attraversa il Volturno. Una doppia fila di pini marittimi costeggia gli argini dell'asta idrica maggiore del canale di bonifica, accompagnando il viaggiatore a sud fino alle porte di Napoli. Ad Afragola il paesaggio cambia rapidamente. I tratti di un evanescente paesaggio rurale, fatto di campi coltivati ed antiche masserie sparse tra filari di pioppi, cedono il posto all'area metropolitana di Napoli. Nella fascia agricola, tra la città  e i Regi Lagni,  si è tornati a scavare alla ricerca di rifiuti industriali e scarichi abusivi. Quello che appare è uno dei più gravi disastri ambientali del contesto europeo. Il lascito dei Borboni si è trasformato in un veicolo di liquami e rifiuti con pesanti riflessi anche sull’inquinamento del mare e delle zone lacustri  del Litorale Domizio. Gli argini dei canali e la battigia alla foce mostrano i segni di ingenti sversamenti e contaminazioni, tanto che le acque dei canali  appaiono spesso come fogne o discariche  a cielo aperto più che corsi d’acqua drenata dai campi coltivati.

Immagine Google earthNel 1973 l'infezione colerica giustificò l'avvio di pesantissimi interventi di urgente riassetto igienico sanitario dell’area, molti dei canali di bonifica fecero da impianto di base per il progetto di raccolta e trattamento di reflui fognari. Vennero realizzati cinque “mega depuratori”, che scaricano direttamente nel canale principale dei Regi Lagni. Gli impianti di trattamento  avrebbero dovuto sanare “una volta per sempre” la situazione igienico sanitaria delle acque di scolo e permettere ai napoletani di tornare al mare nel loro golfo (Progetto Speciale n.3 della Cassa per il Mezzoggiorno di disinquinamento del golfo di Napoli).
 Aziende del settore hanno
effettuato studi nell'area dei Regi Lagni dal 2001 sulla base di accordi con il Ministero dell'Ambiente. In particolare i tecnici hanno svolto il ruolo di consulento tecnico/scientifico per le procure della Repubblica presso i tribunali di S.M. Capua Vetere e Nola nel periodo 2007-2010, in collaborazione con il comando provinciale del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Caserta. Oltre alle analisi territoriali è stato svolto uno studio sulla capacità prestazionale degli impianti di depurazione. L’indagine ha messo in luce problematiche a tutt’oggi irrisolte, delineando uno stato critico del sistema di collettamento e trattamento dei reflui. La “crisi delle discariche” e del ciclo dei rifiuti si riflette in maniera drammatica anche sul sistema di gestione dei reflui. I materiali solidi che si estraggono dall’acqua nei processi di depurazione (sabbie, fanghi ecc.) devono essere trattati con approcci diversi da quanto fatto fin ora, affrontando le problematiche di sostenibilità del ciclo.

Nell'aprile 2010 il sequestro dei cinque mega depuratori ha affidato ad un' azienda  l'incarico di Custodia Giudiziaria del depuratore "Area Nolana"  e la risoluzione delle problematiche più urgenti. La collaborazione tra questa azienda ed i responsabili della gestione tecnica degli impianti ha permesso di risolvere per Nola le problematiche presenti sulla linea acque di questo depuratore; tanto che alla prima scadenza del mandato di custodia (180 giorni)  questo impianto è stato dissequestrato. Rimangono  aperte sul tema della depurazione nel comprensorio dei Regi Lagni diverse problematiche, in primis il corretto collettamento degli scarichi dei centri urbanizzati e delle attività  produttive; va poi affrontato il problema del trattamento dei fanghi, praticamente fuori uso in tutti gli impianti comprensoriali. Appare evidente la necessità  di una impegnativa azione  di ammodernamento delle strutture per il ciclo di trattamento, in modo tale da rendere il processo depurativo conforme alla normativa vigente, facendo leva sulla progettazione di interventi con criteri tecnologicamente avanzati e  sostenibili.

 
 

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